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I social media non sono gratis

I social media rappresentano un’opportunità incredibile per qualsiasi forma di organizzazione che voglia promuovere un’idea, un progetto, un prodotto o un servizio. Tuttavia, è sbagliato pensare che basti aprire una pagina e tutto andrà da sé o che, peggio ancora, si potrà affidare i propri media all’ultimo arrivato, magari perché è il più giovane. No, i social media non sono gratis, in termini di impegno prima ancora che di soldi.

Mi capita spesso di vedere organizzazioni di vario genere, dalle imprese alle attività, dagli studi professionali alle associazioni e partiti politici che approcciano il mondo dei social con la superficialità di chi pensa che tanto siano gratis.

Ancora, magari con la convinzione errata che basti affidare la paginetta all’ultimo arrivato, soprattutto se giovane perché avrà certamente tanti amici coetanei che smanettano come lui. I social sono un asset del tuo lavoro, prima lo capisci e meglio sarà. Sono uno strumento fondamentale grazie al quale raggiungere un obiettivo preciso che devi darti dal primo momento. Ad esempio, seguo professionisti che li usano anche solo per avere un filo diretto con i propri clienti già acquisiti. Una sorta di customer care ma che, inevitabilmente, porta anche nuovi clienti, incuriositi dall’attenzione riservata dallo studio agli utenti.

Far funzionare i social per il tuo lavoro o per la tua attività, commerciale o politica, significa renderli parte integrante del procedimento e, di conseguenza, “spendere” energie creative, impegni relazionali e, come è normale che sia, anche risorse economiche. Non basta mettere in sponsorizzata qualsiasi post, senza una logica. Bisogna definire una linea editoriale, con un calendario che dia le scadenze per i contenuti, e poi dedicarsi. Immaginare e realizzare contenuti, rispondere alle richieste e alle domande. Farsi trovare pronti anche alle critiche. Poi, certo, ci sono anche le spese per le sponsorizzate o per un professionista che faccia tutto questo al posto tuo. Si, ho scritto professionista, non dopolavorista o cugino. Occuparsi dei social media di un’organizzazione non è un hobby, è un lavoro. Solo così può portare risultati, altrimenti è inutile perdita di tempo.

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