Per “Cura Italia” si fa riferimento al Decreto Legge n.18 del 2020, un provvedimento adottato dal Governo e presentato dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per fronteggiare a largo raggio l’emergenza dettata dal Coronavirus. Tuttavia, ha dato il via ad una modalità di comunicazione legata alle dirette su Facebook.
So bene che le dirette su Facebook, come quelle su Youtube, non sono nate il 17 marzo scorso. Tuttavia, è un dato di fatto che, per la prima volta, un provvedimento governativo, peraltro di straordinaria importanza, sia stato comunicato ai cittadini attraverso una live sul social network più conosciuto al mondo.
Lo dico subito, l’idea della comunicazione anche di atti importanti attraverso una live a me piace e molto. Pur con tutte le accortezze necessarie e tutte le correzioni da porre in essere. Una su tutte, ad esempio, potrebbe essere quella di garantire comunque la presenza di giornalisti ad una conferenza stampa.
A cascata, poi, le live sono diventate un must per tanti. Tra profili, pagine e gruppi, in molti si sono giustamente cimentati anche grazie a nuovi software che si sono imposti all’attenzione ed hanno avuto successo grazie alla loro semplicità.
Per quanto ne possano dire i custodi della conoscenza, quelli che sanno tutto solo loro, una tecnologia ha senso e funziona solo se è accessibile a tutti. Peraltro, il concetto stesso di solidarietà digitale, l’iniziativa lanciata dalla Ministra Pisano, prevede che si aiuti chi è rimasto indietro nella digitalizzazione (ecco il mio gruppo su Facebook).
Io stesso ho chiamato due giuristi ed ho affrontato il decreto, cosiddetto Cura Italia, con particolare riferimento a due aspetti prettamente economici ed importanti per tante persone in questo momento:
- Con l’Avvocato Gabriella Panaro ho approfondito il rapporto con l’Agenzia delle Entrate e le cartelle esattoriali (puoi rivedere tutto qui);
- Con l’Avvocato Massimo Melpignano mi sono soffermato sulla possibilità di sospendere il pagamento di mutui e finanziamenti (ecco qui il video).
Per concludere, sono convinto che alcune delle abitudini che stiamo acquisendo nel corso di questa quarantena dovuta alla pandemia rimarranno anche dopo. Sono bastati 30 giorni per far capire a tanti cose che andavo dicendo da anni. Ad esempio, non è necessario vivere in auto e spostarsi in continuazione per partecipare a riunioni di lavoro. Si può essere più efficaci e produttivi in modalità smart working.
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