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Siamo reputazione, soprattutto online

Non importa quale sia il tuo ruolo o il tuo lavoro, che ti piaccia o no oggi siamo tutti legati indissolubilmente alla nostra reputazione. Quello che si dice di noi quando non ci siamo conta più dei soldi, anzi a volte una scelta legata a un guadagno può compromettere la reputazione e pregiudicare futuri incassi. Cosa può fare un singolo libero professionista per sostenere la sua reputazione online e promuovere il suo lavoro? Una piccola media company, da gestire in autonomia. Ecco come fare.

La reputazione, si sa, è quello che si dice di noi quando non ci siamo. Vale più dei soldi, semplicemente perché viene prima. Penso a grandi marchi come Amazon che hanno fondato il proprio successo sull’idea diffusa, e confermata dai fatti, di aver posto al centro della propria attività la soddisfazione del cliente. Il customer care come elemento di vantaggio commerciale.

Quanto conta la reputazione online per un singolo libero professionista?

Prendo spunto da qualche chiacchierata con qualche amico avvocato o medico in passato. L’idea che tanto lo studio lavora, semplicemente grazie ad una targa apposta al fianco del portone o perché il passaparola dei pazienti o degli assistiti è l’arma migliore, si scontra con la realtà iperconnessa nella quale viviamo. Non avere una pagina Facebook non ti solleva dalle discussioni che si tengono tutti i giorni su quella piattaforma, soprattutto quelle che riguardano te. C’è ancora chi è convinto che non essendo presente su una piattaforma online lo metta al sicuro da eventuali attacchi alla propria reputazione, professionale o personale che sia (il confine è ormai quasi impercettibile).

Come si sostiene la reputazione online di un libero professionista? Con una media company!

La reputazione online di un libero professionista è tutto, per prosperare professionalmente ed economicamente deve essere sostenuta con un piccolo sistema editoriale. Qualcosa di semplice e regolamentato in maniera quasi automatica, almeno nella sua distribuzione. In pratica, si tratta di creare contenuti di valore (no balletti su Tik Tok) che siano interessanti per il tuo pubblico e diffonderli attraverso le piattaforme che, il suddetto pubblico, frequenta. Non sono le tue esigenze quelle che contano ma quelle della tua audience, fondamentale in questo senso mantenere la fiducia dei tuoi utenti con il brand journalism.

Quale struttura di media company per la reputazione online di un libero professionista?

Innanzitutto, un sito web di proprietà con blog. E’ il pilastro alla base di una strategia efficace, perché avere uno spazio online che puoi gestire autonomamente ti mette al riparo da qualsiasi capriccio dei social media. Nessuno che possa bannarti all’improvviso o escluderti dalla gestione di pagine o gruppi. Puoi organizzarlo come un magazine, o meglio un webzine visto che si parla di online, con una linea ed un calendario editoriale definiti. Partiamo dal principio, a chi ti rivolgi? Per chi scrivi o per chi parli in video? Chi è il tuo utente? Uomo o donna, giovane o anziani, imprenditore o libero professionista, sono i primi nodi che dovrai sciogliere.

Una pagina su Facebook perché, a dispetto delle tante volte che è stato decretato finito, è ancora il social più popolare, in particolar modo per determinate fasce di età. Facebook ha ancora milioni di Italiani che si connettono quotidianamente e grazie a nuovi strumenti, come la maggiore attenzione ai gruppi o la nuova esperienza delle pagine, è in grado di raggiungere qualsiasi tipo di utenza, compresa la tua. Investi in termini di impegno personale, prima ancora che un po’ in termini economici, e crea la tua community. Ti parlo in base alla mia esperienza e devo dirti che funziona, se ne avvantaggia la tua reputazione online e di conseguenza il tuo lavoro.

Una pagina su LinkedIn, se il tuo target sono altri professionisti e intendi ottenere delle collaborazioni. La reputazione online va curata anche tra i colleghi perchè oggi difficilmente si può essere tuttofare e bisogna imparare a collaborare su specifici progetti. Sono un freelance convinto ma non mi dispiacciono le collaborazione che oltre al momento di lavoro portano con sè inevitabilmente anche quello di formazione.

Infine, una newsletter. Stabilisci tu la cadenza se settimanale o mensile. Io ne scrivo una solo quando ho qualcosa di interessante da dire ma devo dirti che quella che ho su LinkedIn mi sta dando soddisfazioni in termini di crescita quantitativa e di contatti lavorativi concreti (A proposito, puoi iscriverti qui alla mia newsletter su LinkedIn dedicata al lavoro ai tempi del digitale). Anche la newsletter, che consente un rapporto più diretto con ogni singolo utente, deve avere una linea editoriale e un indirizzo preciso rispetto al lettore. Ti consiglio di utilizzarla come approfondimento di specifici argomenti, sempre interessanti per il tuo pubblico.

Per concludere, la reputazione online conta quanto quella offline anzi, grazie alla rapidità della corcolazione delle informazioni sul web può essere ancora più importante. Cura quella rivolta a terzi ma anche ai tuoi colleghi e realizza una piccola media company che potrai gestire anche se sei solo. Potrai occuparti autonomamente di aggiornare il tuo sito e promuovere il tuo articolo o video su un paio di social media e, magari, riassumere tutto a fine mese in una newsletter.

Contattami se hai bisogno di aiuto con la tua media company

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